Gli angeli intuiscono ciò che gli uomini chiamano i “sentimenti”, ma a rigore non possono viverli. Sono profondamente “amorevoli” i nostri angeli, sono buoni e non è dato loro modo di essere altrimenti, perché non possono neanche concepire l’alterità: la paura, ad esempio, o la gelosia, l’invidia, né l’odio. Conoscono i modi con cui vengono espressi, ma non i sentimenti stessi.
Questo tema ci appassiona e ci consente di interrogarci sul valore della vita, quella che ha il peso della gravità, del dolore fisico, della ferita che sanguina, della caducità e dell’amore. Quella che si può trasformare, quella che sogni ma non puoi realizzare, quella dell’ingiustizia e della mano del giudice. Abbiamo maestri illustri che ci hanno guidato: Rilke, con le sue “Elegie Duinesi”, Peter Handke e Wim Wenders con “Gli angeli sopra il cielo di Berlino” oppure “L’angelo sterminatore” di Bunuel e i “Semidei” di James Stephens.
Tabucchi e Garcia Marquez, ognuno con il suo stile, ci hanno raccontato dell’angelo caduto sulla terra, nel pollaio o nella rete per la cattura degli uccelli.
Ma qual’è il suono di questa caduta?
Abbiamo maestri illustri che ci possono guidare: Rilke , con le sue Elegie Duinesi, Peter Handke e Wim Wenders con gli angeli sopra il cielo di Berlino, oppure “l’angelo sterminatore” di Bunuel e i “semidei” di James Stephens.
Tabucchi e Garcia Marquez, ognuno con il suo stile, ci hanno raccontato dell’Angelo caduto sulla terra, nel pollaio o nella rete per la cattura degli uccelli.